martedì 25 gennaio 2011

Quali erano i cibi che consumavano gli antichi Insubri ?

ORZO: per fare minestre asciutte (il panicium, l'antenato della tradizionale panissa vercellese, oggi fatta di riso e fagioli), pane, birra di tutti i tipi, polente.

MIGLIO: minestre asciutte, polente.

SEGALE: per la panificazione

LENTICCHIE: legume molto presente sulla tavola celtica, mischiato con cereali.

CICERCHIA: specie di cece continentale ormai poco reperibile ma ancora coltivato nel Canavese.

NOCCIOLE: usatissime dai galli stanziati in Piemonte soprattutto (ancora oggi pregiatissime!), essi per primi inventarono la pasta di nocciole.

NOCI: molto usato l'olio, per condire le pietanze ma anche per nutrire e rendere lucidi i capelli scuri delle dame golasecchiane, nonché il mallo, usato ancora oggi per coprire i capelli bianchi.

BURRO: Cesare lo scoprì in Gallia. Sul continente era più adatto al clima, insieme a lardo e cotiche.

FORMAGGI: il gorgonzola e tutti gli erborinati d'Europa sono d'antichissima origine celtica. Anche la fontina, il taleggio e il bitto.

GOCCIE DI PINO: ricetta taurina per eccellenza! Altro non sono che le antenate delle caramelle per la tosse! I taurini prendevano le gemme del pino cembro e le cuocevano nel miele fino a caramellarle, utilizzandole, come oggi, per rinfrescare la gola arrossata. Plinio dice che il loro nome taurino era arauceli o araticeli.

VIRTIS: ovvero i germogli del luppolo selvatico che si trovano in primavera nei fossi, nel Nord Italia e in Europa centrale. Erano e sono usati in cucina per insaporire minestre e zuppe. Inoltre, le tracce archeologiche di una tomba golasecchiana indicano che già nel VII - VI sec. a.C. era utilizzato per fare la birra. In un bicchiere trovato a Pombia ci sono tracce di birra rossa doppio malto, la tipica ceruisia gallica! La più antica trovata in Europa!

MAIALE - CINGHIALE: cibo celtico per eccellenza, rimasto tuttora nella cultura alimentare della Pianura Padana come della Germania.

OVINI e CAPRINI: sempre presenti nelle fattorie celtiche, soprattutto sui monti.

POLLAME: la gallina viene dalla Mesopotamia e compare in Europa durante l'età del ferro. Probabilmente era l'unico pennuto a finire sulla tavola, dato che per i celti era tabù mangiare i volatili, poiché erano considerati messaggeri degli dèi.

CACCIAGIONE: presente solo sulla tavola dei nobili, primo fra tutti il cinghiale

PROSCIUTTI e INSACCATI: quelli prodotti dai celti erano così rinomati che i romani ne importavano tonnellate!

STORIONE: pesce molto rinomato presente nel Po fino al medioevo. Altri pesci: luccio, temolo, cavedano, salmerino. Purtroppo gli amanti delle trote saranno delusi: sono arrivate molto dopo! I pesci pescati nel Lago Maggiore spesso venivano salati proprio come le acciughe. La parola alici deriva da una simile parola celtica che indicava, appunto, il pesce salato.

LUMACHE: già i celto liguri del cuneese le allevavano a scopi culinari.

CASTAGNE: introdotte nel V sec. a.c., molto utilizzate dai poveri, sia bollite, sia per farinate che per la panificazione.

COTOGNATA: confettura di mele cotogne, molto usata per accompagnare arrosti, soprattutto di maiale e cinghiale.

VINO: non è vero che i celti non lo conoscevano. Nella zona del Lago Maggiore sono state trovate tracce di una sorta di Nebbiolo, e si sa per certo che un vino cisalpino amato dai galli era simile all'attuale Lambrusco. La tradizione di invecchiarlo in botti di rovere è tipicamente celtica, mentre i romani lo conservavano in anfore e lo allungavano con miele e acqua di mare. Se noi oggi beviamo il vino senza allungarlo utilizzando bicchieri conici invece di coppe larghe e poco fonde lo dobbiamo di certo ai galli!

IDROMELE: bevanda sacra per eccellenza, si pensa sia l'ambrosia citata nei miti greci. E' di origine indoeuropea e non dovrebbe essere bevuta con leggerezza, ma solo nelle cerimonie sacre e alle feste tradizionali.
Birra: ne esistevano, come oggi, vari tipi. La ceruisia era quella rossa doppio malto; la cerea quella chiara di frumento tipo weiss; la bier quella chiara luppolata; la curmi quella spumosa che piaceva molto alle donne perché fatta fermentare a freddo col miele, infine la camum, birra chiara prodotta in Pannonia con miglio o orzo o frumento

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